venerdì 13 luglio 2012

Notte, vigilia di Natale

  

I sogni dell'infanzia. Fiabe, fate, fanno il girotondo.
Si lascia apero il balcone per fare
entrare Gesù Bambino.
Fate tocatemi la fronte per sentire se c'è la febbre,
la ferita è profondissima,
veterana del dolore nascosto, rifaccio i versi a immagini già vissute
non si può cambiare il passato.


Notte vigilia di Natale
fate toccatemi la fronte

per compagnia un sogno perverso. 

Un lunghissimo verme lucido e nero esce dalla bocca dia mia madre,
una collana d'oro massiccio con uno smeraldo abbagliante per pendaglio
esce dall'orecchio ....
io cerco affannosamente un paio di scarpe da poter indossare
finalmente ne trovo un paio molto vecchio con tacchi altissimi che calzo facilmente
...... cerco mia nonna ..... non trovo la porta di nonna nonostante io la conosca
benissimo .....
urlo nel corridoio buio:
"nonna, nonna ...."

lei dice: "sono qui come mai non mi trovavi" ....
entro, la vedo, com'è dimagrita, penso ...
è vicina alla stufa accesa della cucina
c'è una montagna di frittelle di carne da un lato: cotte
c'è odore di sale, di cuori antichi,  di tendine marce di umidità succhiata ai muri ....
Lei continua ad impastare per farne altre, contemporaneamente mescola una minestra
dalla quale esce un fumo leggermente violetto
dico: "nonna ho bisogno del pronto soccorso,
mamma ha avuto un'altra crisi di Alzhheimer, vuole scappare, deve trovare una canzone,
vuole salvare Butterfly e canta la voce sottile del fil di fumo
"Lasciamoci così senza rancor" accasciandosi per terra."

Lei mi guarda e dice:
"le frittelle mi vengono bene come una volta".

Io corro, cerco il pronto soccorso
cerco aiuto, non c'è nessuno, nessuno mi aiuta ......

Mi infagotto in più vestiti vecchissimi che trovo abbandonati in un angolo
li indosso uno sopra l'altro come chi sa di dover affrontare un interminabile inverno.
Scendo nella notte vuota di odore e di tempo
incomincio a camminare senza meta
devo consumare le scarpe
il cielo rumina le sue lacrime
ha frecce crudeli di finte stelle
la bocca sdentata della notte non mi indica la via

Nonna ... Nonna
..... tocco alle ultime svolte delle stelle
l'acqua dei lustrini oscuri,
cerco brusii di campanelle recise

il mio corpo vuole vivere come un tenero figlio,
e tu non puoi sentire cos'ho da dirti.

resta indietro un rimorso che tappa la bocca
mentre i flauti dell'ombra vegliano.

Resta nel petto un ti amo di infinito candore
il silenzio osserva lento con la coda dell'occhio la danza dei progetti ghiacciati.

Il polso batte in una nebulosa lancetta d'orologio,

l'anima è assente in un vano di vene,
il cavallo azzurro dell'infanzia è stato preda di scorpioni,
ma  per te
senza discorsi e disordie
che vorrei vivere





Vorrei appoggiare il mio viso accanto al tuo
su di un guanciale di nuvole azzurre

je ne marches pas, je dance ......
I suoi baci, ci crederò fino alla fine della vita

Au revoire à personne,
Ma bouche est fatiguée .......
Nel mio tunnel vado avanti senza vederne l'uscita,
non perlerò mai più d'amore a nessuno
c'est tout.

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